mercoledì 14 novembre 2007

Meglio "terroristi" che borghesi

Meglio “terroristi” che borghesi

Da antico ultrà, da sempre conoscitore delle realtà legate alle Curve, mi piace porvi come motivo di riflessione l’articolo di Una Ultrà comparso su Rinascita del 13 novembre.
Mi ero ripromesso – dato il silenzio delle nostre Comunità su quanto è accaduto domenica 11 – di scrivere delle note estremamente dure quanto puntuali che si sarebbero aggiunte alle tante da me curate su uno speciale Osservatorio del periodico “Giustizia Giusta” ed in parte raccolte in un Quaderno (Verità sulle Curve), edito in occasione di un Convegno-Tavola Rotonda (La conquista affaristica del Territorio-Sport passa anche attraverso la “criminalizzazione” degli Ultras) tenuto a Roma il 18 marzo 2005.
Tutto noto, tutto chiaro e scontato pur non essendoci stato l’episodio della morte dell’ispettore Raciti, dato per ucciso da un tifoso catanese mentre è dimostrato (e ne ho dato ampia contezza in un articolo titolato “Amato dimettiti!”) che cadde a seguito di “fuoco amico”, come ormai la vulgata declama. Tra l’altro ho continuato più volte a chiedere che fine avesse fatto il fegato dell’ispettore, notoriamente scomparso per impedire pericolose perizie…
Tutto noto, tutto drammaticamente chiaro.
Un giovane ucciso in un Autogrill da una guardia che spara a braccio teso…Il silenzio delle istituzioni…E poi notizie false date per vere fatte filtrare attraverso i soliti portavoce televisivi…Ed un Osservatorio inutile composto da lacché strapagati…Sospensione sì sospensione no delle partite…E a Roma scoppia la guerriglia urbana…Assalto alle caserme delle guardie…
A questo punto l’attenzione è spostata da Arezzo ai comportamenti “terroristici” degli ultras: “nei salotti televisivi non si parla più della morte di un ragazzo, ma si punta l’indice contro i tifosi”. Il gioco è fatto? No, qualcosa si è rotto nell’ingranaggio degli oligarchi (per dirla con la nostra amica ultrà): rotto definitivamente. Nel momento in cui i tifosi superano in tutta Italia il senso di appartenenza alla loro squadra ed ai loro stessi riferimenti d’immagine politica e fanno fronte unito contro le guardie non c’è più Kipling che tenga. Figurarsi i corrotti rappresentanti delle cosche istituzionali.
Un’ultima considerazione. La vogliamo finire con la storia delle povere “forze dell’ordine”? Di quale Ordine e di quale Stato? Non il nostro. Guardiani servi dei camerieri delle banche! Io personalmente, poi, li ho conosciuti sempre scatenati contro di noi. Erano sempre lì a bastonarci. Ma talvolta venivano bastonati, come a Valle Giulia. Pronti ad arrestarci: godendo mentre ci massacravano. O no? Li ho visti ancora aggredire sotto Palazzo Chigi i malati di cancro che chiedevano di poter usare il protocollo Di Bella. Ed ancora picchiare a sangue gli allevatori rei di marciare con i loro trattori su Roma. Sempre usando il manganello all’inverso. Usando, cioè, il manico sui crani e sui volti delle loro vittime di turno (lo hanno fatto anche a Bergamo domenica scorsa, tanati impietosamente da Striscia!). Avete già dimenticato il massacro alla Diaz e a Bolzaneto? Oppure lì facevano bene perché si aveva a che fare con i “compagni”? Alberto Giaquinto giustiziato dal brigadiere della Digos Speranza con un colpo alla nuca…E Stefano Recchioni centrato in fronte dal capitano della “benemerita” Sivori. A braccio teso…

Basta. Lasciamo ai buoni borghesi indignarsi e difendere i poveri Servitori dello Stato. Lo ripeto: comunque meglio “terroristi” che miserabili.
E non s’inventino i Grandi Vecchi: i tifosi usano i simboli politici come elementi suggestivi di aggregazione, non sono eterodiretti da gruppi o da organizzazioni politiche rosse o nere.

(Paolo Signorelli)

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