venerdì 9 novembre 2007

Comprendere ed agire

Comprendere ed agire

Uno degli aspetti più distruttivi dell’attuale capitalismo e del pensiero unico che lo alimenta riguarda la presunta scomparsa delle classi, con annessa fine del concetto di sfruttamento e di lotta tra capitale e lavoro.
L’evidenziare continuamente l’interesse dei cittadini – consumatori per giustificare azioni di politica economica tese a crescenti liberalizzazioni e a maggior concorrenza, con l’assunto che poi la mano invisibile del mercato aggiusta e corregge le storture attraverso le preferenze che i cittadini-consumatori accordano a questo o quel prodotto, rientra nel campo di quella politica miope e rassegnata nei confronti dei desiderata di Confindustria e del Corriere della Sera.
Non si tratta di prendere le difese di questa o quella “ corporazione”, bensì di capire come la progressiva americanizzazione della società italiana porta verso orizzonti di mercificazione al ribasso tutta la filiera del lavoro e dell’orizzonte di vita delle singole persone. Il concetto di Low Cost come paradigma esistenziale espunge chi è in possesso di eccellenze intellettuali e di qualità anche nei comparti dell’artigianato dei prodotti tipici, del piccolo commercio e del terziario in generale; settori nei quali non solo si accentuano le aree di precarietà ma diviene a rischio la stessa sopravvivenza di molte unità a conduzione familiare per l’irrompere di soggetti finanziariamente potenti; molte Wall Mart in grado di controllare il mercato e di determinarne poi bisogni e orizzonti con massicce campagne pubblicitarie. Una situazione di completo dominio e vantaggio del capitale, che parte dalle scellerate politiche del credito per terminare con le offerte 2X1 ; un indebitamento progressivo del lavoro e della cultura che non riesce a tenere il passo delle multinazionali del consumo. Allora l’azione da Sinistra e di Sinistra verso questa complessa situazione richiede a mio parere la capacità di interagire con questi soggetti produttivi, di analizzarne problematiche – dal credito alla valorizzazione dei processi di qualità faticosamente tentati – ben oltre gli aspetti urlati dai mass media quali quelli degli studi di settore e delle tasse. Se a rischio è la capacità di “mandare avanti la baracca” di primaria importanza deve essere il ragionamento e gli interventi sulla possibilità di fare sistema per reggere l’urto della concorrenza e, parallelamente, di prospettare possibilità di ricercare ed applicare qualità a tutte le filiere interessate ed ai territori ove queste risiedono.
La mancanza di comprensione critica di se stessi, presente in molte delle categorie menzionate, non deve costituire un deterrente verso una politica di attenzione che sappia produrre cultura critica, quindi autocoscienza da parte dei soggetti interessati.
Un lavoro di lunga gittata del quale si sente comunque l’esigenza, anche per la mancanza di iniziativa di molte delle associazioni che in teoria dovrebbero rappresentarne interessi e bisogni.

(Davide Musarra)

Nessun commento: