domenica 12 agosto 2007

Dalla strage di Ustica agli attentati di Roma

Dalla strage di Ustica agli attentati di Roma


Per il 27° anniversario della Strage di Ustica dove perse, da bambina, entrambi i genitori il 26 Giugno ’80, Linda Lachina ha scritto una lettera aperta indirizzata a … autori, attori, comparse, figuranti e chiacchieroni di passaggio.
Il volo spezzato del DC 9 dell’ Itavia IH 870 Bologna-Palermo e dei suoi 81 passeggeri dopo averla lasciata senza lacrime e fatta crescere in fretta le ha negato dopo più di un quarto di secolo anche qualche squarcio di verità e di giustizia.
Una sentenza della Prima Sezione Cassazione presieduta da Torquato Gemelli confermando il pronunciamento della Corte di Assise di Roma del Dicembre 2005, nel Gennaio 2007 ha mandato assolti “ perché il fatto non costituisce reato “ gli ex Generali dell’Aviazione Militare Italiana Lamberto Bertolucci e Fausto Ferri.
A Piazza Maggiore il 2 Agosto di quello stesso anno salterà per aria la Stazione di Bologna con un bilancio di altri 85 morti e 200 feriti.
Il totale dei morti ammazzati tra il Mar Tirreno e il capoluogo di Regione di Emilia e Romagna nell’arco di 1 mese e qualche giorno sarà di 166.
Nella notte del 7-8 Agosto ’80 esploderanno a Roma 2 ordigni che devasteranno gli Uffici Direzionali della SNIA Techint e un'altra bomba scoppierà sul pianerottolo dell’abitazione del Direttore Generale della Società.
Nei giorni precedenti una serie di intimidazioni verranno denunciate da tecnici e ingegneri del Comitato Nazionale dell’ Energia Nucleare a Commissariati di Polizia e a Stazioni dei Carabinieri della Città Eterna.
La sigla dell’ organizzazione che firmerà gli attentati sarà quella di fantomatici, inesistenti, Comitati Rivoluzionari Islamici.
Le indagini disposte dalla magistratura non approderanno ad alcun risultato utile. Su mandanti ed esecutori bombaroli capitolini a distanza di 5 giorni dalla Strage di Bologna calerà un silenzio di tomba.
Una sequenza coordinata di stragi, attentati e di minacce che non può non spostare la nostra attenzione sulla politica estera dell’ Italia dal 1976 al 1980.
I rapporti tra Italia e Irak presero avvio negli anni ’70. Nel 1975 una missione di esponenti della Dc (Andreatta ) e del PCI ( Peggio ), di IRI, ENI, ENEL. CNEN in visita in Iraq aprirà la strada ad accordi economici, scientifici e industriali tra Roma e Baghdad.
Il primo accordo nel settore nucleare verrà perfezionato dal Presidente del CNEN Ezio Clementel con l’ Iraqi Atomic Energy Commission e firmata dal suo VicePresidente Abdul Razzak Al Hashimi.
L’intesa prevedeva la fornitura all’ Irak di un Laboratorio di Radio-Chimica e di un Centro per lo studio degli Attinidi e dei Prodotti di Fusione.
Le attrezzature saranno fornite dalla SNIA Viscosa e installate presso il Centro di Ricerca Nucleare di Al Tuwaitha. La collaborazione tra l’ Italia e l’ Iraq sarà rafforzata dal Ministro dell’ Industria Donat Cattin che a Baghad incontrò l’allora Primo Ministro Saddam Hussein.
L’ Iraq restituirà la visita con l’arrivo a Roma del Titolare per la Programmazione Al Mandami nell’Aprile ’77 che firmerà un protocollo di commesse a 60 imprese italiane per 600 milioni di dollari. Nel Febbraio 1978 Roma e Baghdad firmano l’intesa per la fornitura da parte italiana di 4 impianti di ricerca nucleare. Per gli effetti sulle alte temperature l’appalto verrà affidato alla Ansaldo Meccanico Nucleare del Gruppo IRI Finmeccanica.
L’ Ansaldo presenterà autonomamente al Governo dell’ Iraq i progetti per la costruzione di una Centrale Nucleare da 600 Megawatt.
Nel Novembre di quello stesso anno il Presidente del Consiglio Andreotti, accompagnato dal Ministro degli Esteri Forlani e da una folta rappresentanza di dirigenti industriali pubblici e privati incontra Saddam Hussein e il Presidente della Repubblica Ahmed Hassan Al Bakr.
Si trattò di una visita in cui l’ Iraq espresse all’ Italia forti riserve sugli Accordi di Camp David del 17 Settembre 1978.
Un riferimento che smentisce la disinformazione veicolata dal Partito Amerikano, dall’estrema destra all’estrema sinistra istituzionale, che ha puntato a collocare Saddam Hussein nel libro paga di Usa e Cia con evidenti intenti di discredito e di delegittimazione politica del Rais prima della guerra di aggressione Usa del Marzo 2003 all’ Iraq.
Sarà il punto più alto di “ autonomia “ espressa dal nostro Paese in campo internazionale dopo il lungo oscuramento che prenderà forma con la morte di Enrico Mattei.
Nel 1979 il deficit dell’interscambio commerciale tra Italia e Iraq supererà i 1.800 miliardi di lire.
Andremo quindi avanti per le spiccie tenendo già da ora puntati occhi e naso sul livello di efficienza organizzativa raggiunto in Italia negli anni ’70 da un terrorismo attrezzato a reperire e gestire informazioni “ sensibili “ e dotato di un braccio armato capace di condizionare il dibattito politico e parlamentare del Paese. Il 16 Marzo 1978, Ministro degli Interni Francesco Cossiga, un commando delle “ Brigate Rosse “ con un azione da manuale rapisce il Presidente della D.C Aldo Moro dopo aver trucidato la sua scorta.
Il 10 Ottobre ‘79 il Ministro del Commercio Estero Stammati ottenne durante una visita a Baghdad che l’ Iraq aumentasse, con l’assistenza della flotta Eni, da 8 a 10 milioni di tonnellate all’anno l’esportazione di petrolio verso l’ Italia.
Il 10 e l’ 11 Maggio dell’ 80 il Ministro dell’ Iraq Hassan Alì chiederà al Ministro del Commercio Estero Enrico Manca l’impegno dell’ Italia a onorare un accordo definitivo per la realizzazione dei Nuclear Power Point già concordati per un valore salito a 800 milioni di dollari.
L’Italia attraverso il CNEN doterà l’ Iraq un impianto “ Hot Cell “ per il trattamento di materiale radioattivo U 235.
In cambio il governo italiano dovrà iniziare un percorso politico che porti al pieno riconoscimento dell’ OLP come unico rappresentante del Popolo Palestinese.
Siamo a manciata di giorni dalla Strage di Ustica del 27 Giugno e a qualche secchiata da quella di Bologna del 2 Agosto. Correrà voce che il ritardo accumulato dal DC 9 Itavia volo IH 870 prima della partenza dall’ aeroporto di Bologna sia stato determinato dal tardivo imbarco nella stiva di un contenitore di materiale fissile proveniente dai Laboratori di Ricerca Nucleare dell’ Università locale.
(Giancarlo Chetoni)

mercoledì 8 agosto 2007

Fare chiarezza

Da anni ci siamo battuti su posizioni altre, verso un ambizioso e però legittimo posizionamento “al di là della destra e della sinistra” che, a ben vedere, sta a significare il superamento di categorie concettuali estranee alla nostra visione del mondo. Non può esserci per noi - neppure sul piano della provvisorietà “pragmatica” – una scelta di campo a destra, laddove la destra rappresenta un’acritica accettazione di valori ritenuti tradizionali e che, invece, inverano la conservazione di un mondo di cui nulla può essere salvato, perché esso coincide con la difesa dell’Occidente che è nemico dichiarato non soltanto del pensiero eretico nel quale ci si riconosce ma di qualsivoglia tensione ideale diretta a rifiutarlo ed a scardinarne l’assetto politico,.sociale ed economico
Inoltre la morte delle ideologie e l'omogeneità in senso liberaldemocratico delle categorie concettuali politiche e delle vecchie forme di partito, non consentono neppure di poter più parlare di destra e di sinistra. Al più si può parlare di contrapposizioni di comodo. Tra servi. Negli ultimi anni abbiamo assistito ai pellegrinaggi alla City, a Wall Street e in Sinagoga di personaggi che - dismessa la camicia nera o la casacca rossa - andavano alla ricerca di un’ investitura da parte dei signori del Dominio. Tutti figli e tutti servi del Pensiero Unico che sa di oro e di usura.

La dicotomia destra-sinistra continua a rappresentare l’alibi di comodo di quanti non hanno il coraggio di schierarsi sulla trincea dell’antagonismo che solo può rappresentare il superamento di un tempo disegnato dalla congiunzione di Giuda con Caino. Quanto poi è sostenuto da coloro i quali intendono risciacquare la loro cattiva coscienza di rinnegati cercando di dare contenuti ideali alle loro scelte di potere, vale appena ricordare che la destra o è “destra “ o è “sociale”: nel momento in cui la destra si fa sociale automaticamente si estingue come destra..
(Paolo Signorelli)