giovedì 16 settembre 2010

Ancora bombe israeliane su Gaza

Gaza - InfoPal. Alle prime ore di oggi, aerei da guerra israeliani hanno effettuato vari attacchi su diverse zone della Striscia di Gaza.

Il nostro corrispondente riferisce che F16 israeliani hanno bombardato una fabbrica che produce materiali per l'agricoltura situata nella zona est di Khan Younis, nel sud della Striscia, distruggendola completamente, ma senza - per fortuna - provocare vittime.

Gli stessi aerei hanno bombardato la zona dei tunnel frontalieri, a Rafah, facendone crollare diversi. Anche qui non si registrano vittime, poiché coloro che vi lavorano li avevano abbandonati già da mezzogiorno di ieri, quando due raid aerei israeliani su uno di questi tunnel avevano causato la morte di un operaio ed il ferimento di altri.

Fonte: www.infopal.it

I Guarani del Brasile assediati da sicari armati

Guarani del Brasile assediati da sicari armati

Un numeroso gruppo di Indiani Guarani del Brasile è tenuto prigioniero da sicari al soldo degli allevatori locali. Gli uomini armati hanno cinto d’assedio la comunità un mese fa tagliando le sue fonti di cibo, acqua e assistenza sanitaria.

I sicari hanno cominciato a minacciare i Guarani e a impedire loro di entrare o uscire dall’area immediatamente dopo il ritorno degli Indiani nella loro terra ancestrale, oggi occupata dal ranch il Triunfo.

Nonostante i Guarani stiano supplicando l’intervento della polizia e assistenza medica d’emergenza, la loro comunità, nota con il nome di Ypo’i, è ancora presa d’assedio. Sembra che una squadra del ministero sanitario federale si sia rifiutata di entrare per “problemi di sicurezza”. Stando ai rapporti, la comunità avrebbe avuto contatti solo con un team del FUNAI, l’agenzia brasiliana agli affari indigeni, che avrebbe distribuito alcune razioni di cibo.

Survival International ha scritto alle autorità brasiliane chiedendo l’intervento immediato della polizia e l’interruzione dell’assedio.

L’ultima volta che la comunità di Ypo’i aveva cercato di rioccupare la terra ancestrale, nell’ottobre 2009, venne violentemente attaccata dalle guardie armate. Poco dopo, in un fiume vicino fu ritrovato il corpo di un membro della comunità, Genivaldo Verá, pestato brutalmente.

Nonostante la sua particolare cruenza, questo conflitto è solo uno dei tanti che vedono coinvolti i Guarani del Mato Grosso do Sul, nel Brasile meridionale, impegnati a cercare di recuperare minuscoli frammenti di quella che un tempo era la loro terra ancestrale, ora nelle mani di facoltosi allevatori e imprenditori agricoli che si oppongono loro con la violenza.

La maggior parte dei Guarani vive in riserve sovraffollate o accampata ai margini delle strade come descritto nel film Birdwatchers – La terra degli uomini rossi.

In una lettera indirizzata al presidente Lula il mese scorso, i leader dei Guarani scrivevano: “Siamo sicuri che lei vorrà essere ricordato come un buon presidente per questo paese e per l’umanità; non vorrà essere ricordato per il massacro di una tribù. Ma se lei non mapperà la nostra terra, sfortunatamente questo è esattamente quello che continuerà ad accaderci.”

“Le persone che non conoscono la drammatica situazione in cui versano i Guarani resterebbero scioccate nel sapere che le autorità restano i disparte a osservare una comunità pacifica e indifesa cinta d’assedio in questo modo” ha dichiarato Stephen Corry, direttore generale di Survival. “I Guarani, tuttavia, sanno da ormai lungo tempo che la loro terra è nelle mani di uomini pronti a usare la violenza per mantenerla – e che spesso le autorità restano a guardare senza intervenire.”

La situazione in cui versa la tribù dei Guarani del Brasile meridionale è una delle peggiori fra tutti i popoli indigeni delle Americhe denuncia Survival International, che in marzo ha inviato un rapporto speciale alle Nazioni Unite condannando la situazione dei Guarani e rivolgendo un appello al governo brasiliano perché la loro terra ancestrale sia demarcata con la massima urgenza.

Fonte: www.survival.it

sabato 17 ottobre 2009

MANIFESTO PROGRAMMATICO MOVIMENTO ZERO

Un Modello di sviluppo atroce, sfuggito dal controllo anche di chi pretende di governarlo, ci sta schiacciando tutti, uomini e donne di ogni mondo.
Proiettandoci a una velocità sempre crescente, che la maggioranza non riesce più a sostenere, verso un futuro orgiastico che arretra costantemente davanti a noi - perché è lo stesso modello che lo rende irraggiungibile -
crea angoscia, depressione, nevrosi, senso di vuoto e inutilità. In
occidente questo modello paranoico è riuscito nell'impresa di far star male anche chi sta bene (566 americani su mille fanno uso abituale di psicofarmaci). Esportato ovunque, per la violenza dei nostri interessi e quella, ancor più feroce, delle nostre buone intenzioni, il modello occidentale ha disgregato popolazioni, distrutto culture, identità,specificità, diversità, territori, tutto cercando di omologare a sé.

Il marxismo si è rivelato incapace di contenere e di sconfiggere il
capitalismo. Perché non è che una variante inefficiente dell'Industrialismo. Capitalismo e marxismo sono due facce della stessa medaglia. Nati entrambi in occidente, figli della Rivoluzione industriale, sono illuministi,modernisti, progressisti, positivisti, ottimisti, materialisti, economicisti, hanno il mito del lavoro e pensano entrambi che industria e tecnologia produrranno una tale cornucopia di beni da far felice l'intera umanità. Si dividono solo sul modo di produrre e di distribuire tale ricchezza. Questa utopia bifronte ha fallito. L'Industrialismo, in qualsiasi forma, capitalista o marxista, ha prodotto più infelicità di quanta ne abbia
eliminata. Per due secoli Capitalismo e Marxismo, apparentemente avversari, in realtà funzionali l'uno all'altro, si sono sostenuti a vicenda come le arcate di un ponte. Ma ora il crollo del marxismo prelude a quello del capitalismo, non fosse altro che per eccesso di slancio.

Su questi temi fondanti però si tace o li si mistifica. Anche le critiche apparentemente più radicali si fermano di fronte alla convinzione indistruttibile che, comunque, quello industriale, moderno, è 'il migliore dei mondi possibile'. Sia il capitalismo sia il marxismo, nelle loro varie declinazioni, non sono in grado di mettere in discussione la Modernità perché nella Modernità sono nati e si sono affermati. Danno per presupposto ciò che deve essere invece dimostrato.
Stanchi di subire la violenza dell'attuale modello di sviluppo e il silenzio complice o la sordità di coloro, politici ed intellettuali, che dovrebbero farci da guida e invece ci stanno portando all'autodistruzione, in una società che non è più capace di recepire argomenti ma solo 'coup de thèatre'
abbiamo quindi pensato, recuperando una antica tradizione, di ricorrere ad
un MANIFESTO in 11 punti che traccia le linee ideali e culturali di un programma che intendiamo portare anche in campo politico, extraparlamentaree parlamentare. Vogliamo passare all'azione .

Levate la testa, gente. Non lasciatevi portare al macello docili come buoi, belanti come pecore, ciechi come struzzi che han ficcato la testa nella sabbia. Infondo non si tratta che di riportare al centro di Noi stessi l'uomo, relegando economia e tecnologia al ruolo marginale che loro compete.
Chi condivide in tutto o in parte lo spirito del Manifesto lo firmi. Chi vuole collaborare anche all'azione politica, nei modi che preferisce e gli sono più congeniali, sarà l'arcibenvenuto. Abbiamo bisogno di forze fresche, vogliose, determinate, di uomini e donne stufi di vivere male nel "migliore dei mondi possibili" e di farsi prendere in giro.
Forza ragazzi: si passaall'azione.

MASSIMO FINI

giovedì 15 gennaio 2009

Dieci soldati israeliani feriti durante gli scontri con la resistenza palestinese a Gaza.

Dieci soldati israeliani feriti durante gli scontri con la resistenza palestinese a Gaza. Lancio di granate dal Libano. Israele risponde con 17 missili.

Gaza - Infopal. L’esercito israeliano ha reso noto il ferimento di 10 soldati, tra cui tre ufficiali, durante gli scontri scoppiati all’alba di oggi tra i resistenti e le forze di occupazione.
Il giornale israeliano “Yediot Ahronot” ha riferito che la maggior parte dei soldati sono stati feriti a nord della Striscia di Gaza. Tra essi c'è il capo dell’unità 101 dei paracadutisti.
Secondo quanto dichiarato dall'esercito, il numero delle perdite subite dall’esercito israeliano, dall’inizio dell'operazione "Piombo fuso", è di 126 feriti e più di 11 morti.
Granate sulla Galilea. Questa mattina, le sirene della colonia Kiryat Shmona, nell’alta Galilea, nel nord di Israele, hanno suonato a seguito della caduta di tre granate, lanciate dai territori libanesi. Lo ha riferito la radio israeliana, che ha spiegato che è stata colpita una zona aperta, causando solo paura. Nessun gruppo ha rivendicato l'attacco.
Fonti d’informazione libanesi hanno riferito che le forze di occupazione hanno risposto al lancio delle granate con 17 missili diretti contro diverse cittadine del sud del Libano. La maggior parte sono cadute in zone aperte e non hanno causato né danni né vittime.

Fonte: www.infopal.it